SAN MODESTO NEWS

Bollettino n.30

Ottobre - Novembre - Dicembre 1998

buona lettura...

Indice:


Avvento - Natale 1998:
Riconciliáti nel nome del Padre

Sono passati solo due mesi dalla fine del Convegno Pastorale Diocesano ma sono già diverse settimane che il nostro "nuovo anno parrocchiale" è iniziato. "Riconciliáti nel nome del Padre" era il motto del Consiglio Pastorale Parrocchiale ed indubbiamente questo deve essere il nostro filo conduttore nel corso del cammino che ci porterà alle soglie del Giubileo. Inutile soffermarsi su quelli che sono gli appuntamenti che periodicamente toccano le nostre giornate ormai da diversi anni, come l’Adorazione Eucaristica quindicinale notturna, ecc.

Importante è invece dare spazio e dovuto rilievo a quelle che sono le novità che quest’anno si presentano a noi: dalla scuola di preghiera del Martedì agli incontri presso la Madonna delle Grazie per formare i fedeli laici nelle missioni al popolo; momento importante di incontro e crescita, con le altre realtà del territorio della nostra Arcidiocesi.

Doveroso a questo punto è il nostro sincero ringraziamento a chi quotidianamente pensa a noi, a chi giorno dopo giorno cerca di costruire una realtà dove ognuno di noi viene chiamato a dare il proprio contributo, secondo le proprie possibilità.

È solo riconciliatoci con il Padre che veramente riusciremo a comprendere quanto sia importante il lavoro di queste persone, e quanto sia indispensabile il nostro apporto.

Ormai il cammino è stato avviato. La marcia di avvicinamento al S. Natale diventa sempre più incessante, ed il nostro obbiettivo la "Tenda dell’Amicizia", si avvicina, non sarà un traguardo, ma un punto di partenza, non sarà una semplice struttura metallica, ma la materializzazione del nostro senso di collaborazione, impegno, partecipazione insomma del nostro Amore.

La tenda come struttura sarà pronta l’8 dicembre, la nostra lo dovrà essere molto prima, i lavori sono già iniziati, due riunioni più vari incontri sono già stati fatti nei giorni addietro, altri ce ne saranno ancora. C’è bisogno di tutti! Ognuno di noi è indispensabile e lo è semplicemente perché è in grado di dare con semplicità ed abnegazione quello che è nelle sue possibilità. Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: "In verità, vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere" (Lc 21,1-4).

ALEX 74


Manifesto Tenda dell'Amicizia (26.539 byte)


Un vizio capitale: essere o avere?
L’Italia è contagiata da una inarrestabile "fama di denaro", che degrada le istituzioni e non pochi degli uomini che le gestiscono.

Barbone (8.604 byte)Questi anni recenti ci hanno abituati a una orrenda corruzione, che ha coinvolto istituzioni e personalità ritenute al di sopra di ogni sospetto. Sicuramente il "sistema" era in vigore da molti anni; forse lo fu sempre. Ma dall’inizio degli anni Novanta, quando esplose "tangentopoli", questo sistema divenne un emblema della realtà nazionale; e senza alcuna censura, senza alcun freno, senza alcuna discrezione, diventò il cavallo di battaglia dei mass-media, anche quando la verità appariva ancora lontana.

La corruzione, e usiamo questa sola parola comprendendo in essa i vari tipi di reato, fece crollare la "prima repubblica" e si trasferì automaticamente nella "seconda"; distrusse miti e idoli dell’una e dell’altra e fatalmente condusse gli italiani a una sfiducia pressoché totale nei confronti delle istituzioni che governavano la loro società e degli uomini che a esse sono preposti.

Politici di alto rango, magistrati, militari ai vertici della gerarchia, avvocati celebri e industriali potenti furono coinvolti nel duplice ruolo di corrotti e corruttori; spesso furono scoperti; pochissimi furono condannati. Anzi, molti conservano il loro ruolo e lo conserveranno fino a che la giustizia non avrà compiuto un itinerario che sembra interminabile.

Abbiamo usato la parola "corruzione" per il suo significato dispregiativo di "degenerazione spirituale e morale; depravazione; totale abbandono della dignità e dell’onestà", come spiegano i dizionari della lingua italiana; ma lo abbiamo usato anche perché, molto spesso, essa implica la corresponsione di denaro. Vale a dire che, con una certa somma di denaro, si possono modificare le leggi in favore di alcune categorie e di alcune persone; si possono modificare le sentenze dei giudici; si possono mediare operazioni malavitose.

La "sete di potere", che riempie le pagine di una storia raccontata sempre con eccessi retorici, si è trasformata in "fame di denaro". Una fame che contagia tutte le categorie egemoni, accomuna nella vergogna corrotti e corruttori, ma non sembra suscitare timori o resipiscenze.

Che cosa conta di più: "essere" o "avere": cioè godere di una buona reputazione oppure possedere tanto? La risposta è scontata, se nella corruzione sono coinvolti giudici e alti ufficiali per i quali la buona reputazione dovrebbe essere istituzionale; ma è scontata anche nel caso delle celebrità televisive, che hanno straripante immagine eppure incassano sottobanco per illecita pubblicità.

Compaiono sempre più spesso, sui mass-media, le facce di "corrotti" colti con le mani nel sacco. Magari con la loro smagliante divisa d’ufficio e con l’espressione rassicurante dei bei tempi, quando la smania dell’"avere" non li aveva contagiati.

Francamente, non ci fanno nemmeno pena. E la cosa ci rincrescerebbe assai, se non ci recassero conforto le parole di Cristo: "Nessuno può servire a due padroni. O odierà l’uno e amerà l’altro; o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona" (Mt 6,24).

Marco Serini


MA ALLORA... CHI È IL CRISTIANO?

Tanti hanno scritto su questo tema, Chi è il cristiano? Non è questo il cristiano - hanno detto - non è quest’altro. Se tanti hanno scritto libri interi sull’argomento, io vi penalizzo di una pagina soltanto, perché non credo sia la quantità delle argomentazioni a convincere un altro, quanto piuttosto la disponibilità di costui a "volere o no" recepire un messaggio.

Il cristiano non è il battezzato anagrafico, o chi ogni tanto ricorda che esiste sul suo percorso una chiesa e ci entra per farsi un segno di croce; non è chi va a chiedere ogni tanto un Funerale di un giovane ucciso dalla camorra nel napoletano (8.244 byte)sacramento e poi si fa i fatti suoi; non è quello che solo per Santa Lucia o Santa Rita o Sant’Agata o Santa Rosalia fa voti e tiene comportamenti fanatici e superstiziosi. Questo non serve alla Chiesa del Signore, per instaurare il suo Regno nel mondo.

Il cristiano, dunque, è: colui che vive in una comunità cristiana permanentemente e vive da cristiano anche al di fuori, nei molteplici rapporti con gli altri; colui che, animato dallo Spirito, vive in comunione coi fratelli, accostandosi alla Mensa del Signore e portando il suo amore nel mondo, dovunque e comunque si soffra; colui che, come Cristo, annunzia ai suoi fratelli la Buona Novella ricevuta, sacrificando tempo e denaro; colui che porta un messaggio di salvezza per tutti, seminando valori eterni nel cammino della storia; un uomo sempre inquieto, sempre in moto, sempre alla ricerca, sempre teso verso l’instaurazione del Regno del Signore, che porta la speranza ad un mondo che ha perduto ogni speranza, mostrando con la sua vita di possedere "le chiavi del Regno".

Giovanni Migliore

 


La lettera apostolica "Dies Domini"
di Giovanni Paolo II

Il messaggio del Papa alla famiglia cristiana riporta la giornata della rigenerazione fisica e spirituale alle sue vere radici cristiane per arginare la cultura del "fine settimana" e del mercato che non conosce più soste e limiti.

Dalla Bibbia al mondo globalizzato, molti sono gli spunti per esaminare la nostra società e la vita quotidiana.

La Pasqua della settimana

Il Papa, continuando l’invito che rivolse all’inizio del suo pontificato, richiama "tutti con forza a scoprire la Domenica: Non abbiate paura di dare il Vostro tempo a Cristo! ... Il tempo dovuto a Cristo non è mai tempo perduto, ma piuttosto tempo guadagnato per l’umanizzazione profonda dei nostri rapporti e della nostra vita."

"La Domenica - esordisce il Papa - richiama nella scansione settimanale del tempo il giorno della risurrezione di Cristo. E la Pasqua della settimana, in cui si celebra la vittoria sul peccato e sulla morte, il compimento in Lui della prima creazione e l’inizio della nuova creazione... E l’eco della gioia, prima esitante, poi travolgente, che gli apostoli provarono la sera di quello stesso giorno, quando furono visitati da Gesù risorto e ricevettero il dono della sua pace e del suo spirito... L’imminenza del terzo millennio, sollecitando i credenti a riflettere alla luce di Cristo sul cammino della storia, li invita a riscoprire con nuovo vigore il senso della Domenica: il suo "mistero", il valore della sua celebrazione, il suo significato per l’esistenza cristiana e umana...

Alle soglie del grande Giubileo dell’anno 2000 - continua il Papa - ho voluto rivolgermi a voi tutti, carissimi fedeli, quasi rendendomi presente spiritualmente alle singole comunità dove ogni Domenica vi raccogliete con i vostri pastori per celebrare l’Eucarestia e il giorno del Signore".

Giovanni Paolo II (13.141 byte)La cultura odierna di "fine settimana"

Un tempo la santificazione del giorno le Signore era meno ostacolata. Oggi, al tentativo di rendere la Domenica giorno commerciale, "si è affermata largamente la pratica del week-end, inteso come tempo settimanale di sollievo, da trascorrere magari lontano dalla dimora abituale e spesso caratterizzato da attività culturali, politiche, sportive, il cui svolgimento coincide in genere proprio con i giorni festivi.

Si tratta di un fenomeno sociale e culturale che non manca certo di elementi positivi".

Tuttavia, "quando la Domenica perde il significato originario e si riduce a puro fine-settimana può capitare che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il cielo. Allora per quanto vestito a festa, diventa infinitamente incapace di far festa" Per i discepoli di Cristo, dunque, è bene non confondere le due cose.

I contenuti della lettera per l’identità della Domenica

Innanzitutto il Papa ripercorre le motivazioni dottrinali profonde alla base del precetto di santificare la Domenica.

E ricorda il settimo giorno della creazione, quando Dio si riposò. Il che "non allude a un Dio inoperoso, ma sottolinea la pienezza della realizzazione compiuta.

Il Sabato dei nostri fratelli Ebrei, collocato nel Decalogo, terzo comandamento: ricordati di santificare la festa - prima di imporre qualcosa da fare - precisa la lettera - segnala qualcosa da ricordare": è fare memoria delle meraviglie da Dio compiute, facendosi voce dell’intera creazione. Ma con la venuta di Cristo, scrive Giovanni Paolo II, "i cristiani hanno assunto come festivo il primo giorno dopo il Sabato, perché in esso è avvenuta la risurrezione del Signore. Dal settimo giorno si passa al primo giorno. Il Dies Domini diventa il Dies Christi che ha scandito la storia millenaria della Chiesa": è il giorno della nuova creazione, giorno di Cristo-luce, giorno della celebrazione del Signore perché nessuno resti privo dell’abbondanza di Gioia che porta con sé.

Il Papa parla quindi dell’assemblea eucaristica, cuore della Domenica. Il Dies Domini si rivela così anche Dies Ecclesiae. Ricorda a tal proposito il dovere di ogni cristiano di compiere il precetto domenicale: è il Risorto che convoca la sua Chiesa, riunisce i dispersi nella celebrazione di tutta la comunità. Di Domenica in Domenica la Chiesa procede verso l’ultimo giorno del Signore, la Domenica senza fine, e i suoi membri diventano nel mondo lievito e luce della stessa speranza umana. Particolare importanza acquista il riferimento alle assemblee domenicali in assenza del sacerdote, fornendo un’indicazione preziosa a situazioni sempre più impellenti: "si prenderanno tutte le misure necessarie perché i fedeli che ne sono abitualmente privi possano beneficiarne il più spesso possibile, sia favorendo la presenza di un sacerdote, sia valorizzando tutte le opportunità per organizzare il raduno in un luogo centrale, accessibile a diversi gruppi lontani". Le trasmissioni radiofoniche e televisive, viene ricordato nel testo, non assolvono dall’obbligo di partecipare personalmente alla celebrazione, salvo motivi di grave impedimento. La Domenica, inoltre, proprio per la forza che si racchiude nella celebrazione liturgica attraverso l’incontro con il Signore risorto e vivo, deve diventare "giorno di gioia, riposo e solidarietà". E centrale la dimensione della festa e della gioia, che resta anche una virtù da coltivare. "Onorando il riposo di Dio, l’uomo ritrova pienamente se stesso": la stessa dimensione del precetto riconduce l’osservanza di questo giorno al suo carattere liberante, posto insieme a salvaguardia dei diritti i Dio e dei diritti dell’uomo.

Un tempo per l’uomo

"Il riposo è cosa sacra... Attraverso il riposo domenicale, le preoccupazioni e i compiti quotidiani possono ritrovare la loro giusta dimensione". In modo particolare la Domenica dovrà essere restituita alla sua vera dimensione di gratuità e lode, fraternità e incontro, solidarietà e condivisione, "attivando tutta l’inventiva di cui è capace la carità cristiana...

Invitare a tavola con sé qualche persona sola - scrive il Papa -, far visita a degli ammalati, procurare da mangiare a qualche famiglia bisognosa, dedicare qualche ora a specifiche iniziative di volontariato e di solidarietà, sarebbe certamente un modo per portare nella vita la carità di Cristo attinta alla mensa eucaristica".

Infine una notazione ecologica: la Domenica, "giorno di pace dell’uomo con Dio, con se stesso e con i propri simili" può essere anche l’occasione perché "le stesse bellezze della natura, troppe volte sciupate da una logica di dominio che si ritorce contro l’uomo, possano essere riscoperte e profondamente gustate".

P. LOLLI


Partecipazione e corresponsabilità:
ecco come si realizza il sostegno alla Chiesa

Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Il tuo aiuto, alla tua Chiesa.(42.509 byte)A cosa servono le Offerte per il sostentamento del clero? Non c’è già l’Otto per mille? Domande simili sono ancora molto frequenti anche all’interno delle nostre comunità ecclesiali.

Vediamo dunque perché la Chiesa ha bisogno sia della tua firma sull’Otto per mille sia delle tue Offerte per il sostentamento dei sacerdoti.

Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti vanno direttamente all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC) e di qui entrano a far parte delle risorse che assicurano ai sacerdoti una remunerazione mensile.

La tua firma invece, che non ti costa nulla, costituisce a determinare la quota di Otto per mille che annualmente viene attribuita alla Chiesa cattolica italiana.

Questa, a sua volta, destina i fondi ricevuti per tre finalità: ancora per il sostentamento del clero nella misura in cui non bastano le offerte raccolte dall’ICSC, per le esigenze di culto della popolazione e per la carità in Italia e nel Terzo Mondo.

Quindi, più aumentano le Offerte per il sostentamento del clero, più diminuisce la parte di Otto per mille da destinare a questa finalità.

Perciò le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti non servono solo ad aiutare i 38.000 sacerdoti che ogni giorno svolgono il proprio ministero nelle diocesi italiane, ma aiutano anche i bambini di Asia, Africa, America Latina, forniscono risorse a chi si occupa dell’educazione dei giovani e presta la propria opera a servizio di poveri, ammalati, anziani, minori a rischio... Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti quindi non sono un doppione dell’Otto per mille, ma ne rendono ancora più incisivo l’effetto. Ecco perché ogni anno è importante firmare per destinare l’Otto per mille alla Chiesa cattolica e fare un’Offerta per il sostentamento dei sacerdoti.

Puoi fare la tua Offerta:

- utilizzando il bollettino di conto corrente postale n. 57803009 che trovi in parrocchia e alla posta;

- recandoti presso l’Istituto Diocesano Sostentamento Clero della tua Diocesi;

- effettuando un bonifico presso la tua banca intestato a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero - Roma.

Deducibilità

Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti fatte entro il 31 dicembre sono deducibili, fino a 2 milioni annui, con la prossima dichiarazione dei redditi.Schema del sistema di sostegno economico alla chiesa (54.031 byte)


La pseudo cripta del Duomo di Benevento

 

La pseudo cripta del Duomo di Benevento a causa delle diverse stratificazioni presenti nei piani di calpestio e nelle strutture murarie è ancora oggi oggetto di attento studio da parte di archeologi e specialisti del settore.

Particolare delle porte di bronzo e duomo di Benevento (37.325 byte)Fonti attendibili ci portano a considerare che la Chiesa, rifatta nei secoli XII-XIII, venne edificata nella seconda metà del secolo VIII, mentre una Cattedrale sarebbe stata consacrata il 15 dicembre del 600. Questi elementi ci conducono perciò alla considerazione che l’edificio in esame o è la cripta della Chiesa del secolo VIII, o il tempio consacrato del 600 o una sua porzione, o ancora si tratta della parte inferiore di quest’ultimo, sostituito da una nuova cattedrale circa due secoli dopo. Se scartiamo la prima ipotesi ci troviamo di conseguenza di fronte ad una delle due stratificazioni di epoca longobarda. Ed è proprio a quell’epoca che fanno riferimento alcuni brani e lacerti di affreschi affioranti su diverse pareti ed archi discialbati. Proprio su uno di questi archi, si trova l’affresco riproducente un Santo Barbato con dalmatica con due rotoli legati nella mano sinistra e il crocifisso nella destra. Molto probabilmente si tratta di S. Barbato, il vescovo beneventano che dopo il 663 promosse la conversione dei Longobardi.

Il ciclo di affreschi può farsi risalire ai secoli XII-XIV. Esso si compone di varie raffigurazioni distinte in Santa con devoto, la leggenda di S. Barbato, la Madonna della Misericordia del secolo XIV così come S. Caterina d’Alessandria con devota. L’affresco raffigurante la Madonna della Misericordia, tra tutti è il più completo nella raffigurazione, e sviluppa la tipica iconografia della misericordia mariana, nata nel sec. X a Cluny e diffusasi particolarmente nel sec. XIV. La Vergine apre il suo manto su un gruppo composito di fedeli (uomini, donne, religiosi e vescovi), mentre due angeli sorreggono, librati in aria, una specie di drappeggio che viene usato come sfondo. L’affresco è sicuramente databile al sec. XIV.

Di difficile interpretazione è quello afferente la Leggenda di S. Barbato risalente al sec. XII. Nel primo locale a sinistra della parente di fondo appare la figura di S. Barbato vescovo (Barbato?) con nimbo circolare raffigurato in posizione eretto su un basamento proprio, al di sopra di un muro merlato, nell’atto di porgere o ricevere una cassettina da un personaggio mutilo dinanzi ad un’edicola alta e stretta. Seguono a destra la testa e lo scudo di un guerriero e, un po’ più staccata, una figura assisa in trono, coronata e fastosamente paludata, e lo stesso santo vescovo che indica con la mano destra qualcosa scomparsa a terra mentre con la sinistra regge sulle spalle un grosso arnese.

La città rappresentata da un nucleo merlato potrebbe essere Benevento assediata nel 633 da Costante II, e la figura inginocchiata davanti al vescovo Barbato, il Duca Romualdo che riceve la promessa di una liberazione della città in cambio della conversione dei Longobardi al Cristianesimo. Riconducibile invece ai secoli IX-X la figura isolata di S. Barbato.

Gli elementi degli amboni, una volta situati all’interno della Cattedrale beneventana, prima dei bombardamenti anglo-americani del settembre 1943, sono opera di Nicola da Monteforte e databili al 1311. Si compongono di nove elementi in marmo tra cui cinque leoni, due grifoni e due leonesse che facevano parte degli amboni destro e sinistro. Il pavimento musivo in "opus sectile" presenta diverse varietà di marmi antichi quali l’alabastro, il cipollino, il giallo, il porfido verde antico, il portasanta, il bardiglietto, il bianco di Carrara e varie brecce.

Giovanni Parente


Museo Diocesano

Inaugurato il 25 Maggio 1981 trova sistemazione negli storici ambienti della pseudo-cripta della Basilica Cattedrale, un monumento alto medievale, con parti di età romana che nonostante le distruzioni, le arbitrarie alterazioni, le aggiunte succedutesi nel corso dei secoli mantiene vivo un suo fascino impreziosito da importanti elementi architettonici e da affreschi di età longobarda e trecentesca. Tra gli affreschi longobardi il più importante rappresenta scene della vita di San Barbato, Vescovo di Benevento (663 d.C.) mentre tra gli altri si ricorda il trecentesco affresco della Madonna della Misericordia che campeggia sulla parete di fondo di un vano voltato a botte con resti di un pavimento in opus-sectile ottenuto rimontando parte di pavimenti marmorei tardo romani e utilizzando altri scomposti per formare al centro un rosone tipicamente medievale. L’affresco, attribuito ad un anonimo maestro La rosa d'oro (4.799 byte)napoletano del XIV sec. di scuola giottesca-masiana, è parte di un ciclo di affreschi sovrapposti a precedenti pitture del periodo longobardo, comprendente, sulla parete attigua, una teoria di tre Sante di cui rimane intera solo la figura di Santa Caterina di Alessandria. Negli ambienti della pseudo-cripta inoltre trovano provvisoria sistemazione notevoli resti della distrutta Cattedrale anch’essa recuperata dopo i bombardamenti. Di importanza è la cattedra vescovile detta di San Barbato di ispirazione islamico-longobarda e i resti marmorei trecenteschi deli amboni e del candelabro per il cero pasquale che adornavano l’antica cattedrale, attribuita a Nicola da Monteforte. Recentemente sono stati ricomposti e sistemati i frammenti dei tumuli dei Principi Longobardi, originariamente sistemati nel "Paradiso", antestante la cattedrale longobarda e, con la ricostruzione duecentesca, erano stati inseriti nell’ultimo arcone cieco in facciata. Andati dispersi durante i bombardamenti se ne erano perse le tracce. Esse ricordano: Sicone (832 d.C.), Radelchi I (852 d.C.), Radelgario (854 d.C.), Caretruda (872 d.C.). Menzione particolare merita l’iscrizione paleocristiana del IV secolo che documenta il ministero del Lettore e del Salmista. Arricchiscono la raccolta stemmi cardinalizi, vescovili e nobiliari e lapidi commemorative che ricordano la storia della Chiesa Beneventana. Inoltre è in corso il restauro di tutto quanto è stato recuperato del famoso tesoro della cattedrale, ricco di pregievoli paramenti e manufatti in oro e argento. Per tutti si ricorda la rosa d’oro donata da Benedetto XIII (Papa Orsini) alla Chiesa Beneventana in occasione del Giubileo del 1725.


Giornalisti in... erba e in musica

LA STORIA DEL CALCIO

Che sia il più bel gioco del mondo alcuni non lo ammettono, ma che sia il più diffuso devono ammetterlo tutti. In molti paesi come da noi è lo sport nazionale.

Gli inglesi lo chiamano "football" mentre gli americani fanno un po’ di confusione perchè per loro il football è un altro sport quindi lo chiamano "soccer".

Il calcio è nato in Inghilterra nel 1863.

Questo prima era giocato con le mani e con i piedi e senza nessuna regola.

Le partite si svolgevano tra villaggi dove vennero introdotte delle regole, che si dovevano rispettare. E cosi nacquero le prime regole di gioco, in cui: alcune persone volevano che il calcio si giocasse con le mani, e alcuni volevano che si giocasse con i piedi, quindi si formarono due gruppi con idee diverse. Questo dilemma è stato risolto da un ragazzo della città di "Rugby" che durante una partita di calcio prese la palla con le mani e correndo la infilò in rete e cosi nacque il rugby.

LE REGOLE

Le regole del calcio sono all’incirca 17: in ogni partita di calcio ci deve essere un direttore di gioco l’"arbitro", questo deve far rispettare le regole ai giocatori in campo.

Esso controlla se i giocatori portano la divisa al completo e punisce coloro che non rispettano le regole.

LE COMPETIZIONI ITALIANE

IL CAMPIONATO ITALIANO

Esso si svolge tra le squadre italiane, di serie: "A", "B", "C", e "Dilettanti". Per la vincitrice del campionato di serie "A" è previsto l’assegnazione dello scudetto ed il titolo di campione d’Italia. Per le squadre di categoria inferiore che vincono il proprio campionato, è previsto il passaggio alla categoria superiore.

LA COPPA ITALIA

Torneo calcistico al quale partecipano le squadre di serie A, B e C. La qualificazione avviene con "partita" di andata e ritorno. Il regolamento prevede che le reti segnate fuori casa, nel caso di parità di reti effettuate, queste valgano il doppio.

LA SUPER COPPA

Disputata in Italia tra la squadra vincitrice del campionato e quella vincitrice della Coppa Italia.

LE COMPETIZIONI EUROPEE

CHAMPION LEAGUE

Torneo calcistico nel quale partecipano le squadre di tutta Europa che si sono classificate al primo e al secondo posto nel campionato della propria nazione.

LA COPPA U.E.F.A.

Campionato di calcio al quale partecipano le più forti squadre europee tranne la prima e la seconda classificata che partecipano alla Champions League.

LA COPPA DELLE COPPE

Torneo calcistico europeo al quale partecipano le squadre vincitrici, nella propria nazione, del torneo di coppa.

LE COMPETIZIONI MONDIALI

LA COPPA DEL MONDO

Si svolge tra le nazionali di tutto il mondo, che hanno ottenuto la qualificazione.

COPPA INTERCONTINENTALE

Disputata tra la vincitrice della Champions League e la vincitrice dell’analoga coppa delle Americhe.

Agostino e Luciano De Lucia

 

A chi non piace la musica?

Cantante (11.061 byte)La musica è il metodo più utilizzato dai giovani per comunicare con l’esterno. Questa, infatti, accomuna tutti dai bambini agli anziani. La musica è questo ed ancora di più! Nonostante i suoi cambiamenti attraverso gli anni, i gruppi che entrano ed escono di scena, il ritorno di testi degli anni scorsi... ha saputo e sa ancora emozionare. La musica in passato era caratterizzata soltanto da alcuni cantautori e pochi gruppi, che però hanno saputo esprimersi attraverso le generazioni, come Battisti, infatti con chiunque si parla, non si trova ragazzo che non conosce le sue emozioni più importanti.

Oggi, invece, la musica ha scoperto nuovi suoni e quindi ci sono molte canzoni con poco significato ma molto di strumentale. Oggi le canzoni sono per lo più riferite alla droga, al sesso, all’amore o molti altri sentimenti e alla vita di tutti i giorni. La musica espressa nel meglio di sé viene rappresentata con il "Festivalbar", in cui si ascoltano canzoni di vario genere ed è impossibile che almeno una di quelle non piace, comunque oltre a questo c’è il Festival di Sanremo che fra qualche mese ritornerà, però in questa programma musicale ci sono canzoni che devono seguire diverse regole.

Comunque la musica non ha bisogno di programmi, infatti, la si può ascoltare anche accendendo semplicemente la radio. Qualsiasi sia il modo, secondo me, ognuno ha una sua canzone preferita.

* * *

La musica svolge un ruolo molto importante in tutte le società ed esiste in un gran numero di stili ciascuno caratteristico di una regione geografica o di un periodo storico.

La musica è molto diffusa tra noi giovani ed è quasi un gergo. La musica per noi è anche un modo per dimostrare ciò che abbiamo dentro. Infatti sembra che la musica faccia capire il carattere di una persona.

Noi crediamo che la musica sia anche un mezzo per comunicare i nostri sentimenti, infatti, quando siamo in momenti difficili, o quando ci sentiamo tristi, malinconici e soli, la musica ci aiuta delle volte a riflettere sugli sbagli che abbiamo commesso, oppure quando sentiamo una canzone romantica, soprattutto quando siamo innamorati, restiamo lì fermi ad ascoltarla ripensando ai bei momenti trascorsi con una persona cara.

Infine la musica può dimostrare anche una ribellione e a volte è anche un modo per sfogarsi, per tirare fuori la rabbia che c’è in noi.

Francesca e Fortuna

IL RUGBY

LA STORIA DEL RUGBY

L’origine del Rugby è legata al gesto rivoluzionario di uno studente della "Public School" della città inglese di "Rugby" (Wiliam Webb Ellis). Egli durante una partita di football afferrò la palla con le mani, attraversò il campo da gioco e arrivò fino alla porta avversaria. Il Rettore della scuola, Thomas Arnold, vedendo questa azione mise le basi per un nuovo sport di squadra. Il Rugby si diffuse oltre i confini britannici tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in Francia dove ancora oggi viene considerato importante quanto il calcio.

IL RUGBY NEL NOSTRO RIONE

Anche nel nostro rione c’è una società di rugby. Si tratta della "Società Sportiva Rugby Libertà". In passato questa società ha avuto dei problemi riguardanti dove i ragazzi potessero andare a fare allenamento. Ormai questo problema è stato risolto, infatti la società ha ricevuto il campo.

Chiunque sia interessato e voglia avere delle informazioni si rivolga presso l’ufficio parrocchiale di "San Modesto".

Giovanni De Rosa


Messaggi ricevuti dalla Santa Sede

....Stemma pontificio (3.533 byte)
SEGRETERIA DI STATO

Dal Vaticano, 20 Aprile 1998

Carissimi,

con lettera del 20 marzo scorso, avete voluto rispondere al Messaggio del Santo Padre per la XIII Giornata Mondiale della Gioventù, esponendo alcune riflessioni che esso ha suscitato in voi.

Sua Santità ha apprezzato questo segno di attenzione e di adesione al Suo ministero nei confronti dei giovani e vi incoraggia a proseguire con slancio nel vostro cammino personale e di gruppo. In particolare, Egli vi invita ad aprirvi sempre più al dono dello Spirito Santo per conoscerLo meglio ed essere da Lui guidati e, a tal fine, mentre assicura la Sua preghiera, volentieri invia la Benedizione Apostolica, estendendola ai vostri familiari.

Anch’io auguro ogni bene e vi saluto cordialmente.

Firma (9.128 byte)
Mons. Pedro López Quintana

Assessore

Gentili Ragazzi e Ragazze
del Gruppo Giovanissimi
Parrocchia San Modesto
82100 BENEVENTO

....Stemma pontificio (3.533 byte)
SEGRETERIA DI STATO

Dal Vaticano, 30 maggio 1998

Reverendo Signore,

in occasione del compleanno del Sommo Pontefice, Ella, a nome anche di codesta Comunità parrocchiale, Gli ha indirizzato devote espressioni augurali, avvalorate da speciali preghiere per la Sua persona e per il Suo Ministero.

Sua Santità, Che ha apprezzato il premuroso pensiero, ringrazia cordialmente e, mentre invoca i doni dello Spirito Santo su di Lei e su quanti sono affidati alle sue cure pastorali, volentieri imparte Loro la Benedizione Apostolica.

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio.

della Signoria Vostra Rev.da

dev.mo nel Signore

Firma (9.128 byte)
Mons. Pedro López Quintana

Assessore

Rev.do Signore
Don NICOLA DE BLASIO
Parroco della Chiesa San Modesto
Piazza San Modesto
82100 BENEVENTO


Pensieroso (1.281 Byte)P o s t a e R i s p o s t aIdea (1.230 Byte)

Spett.le Redazione San Modesto NEWS

Parrocchia San Modesto - Benevento

Raccolgo il Vostro invito a voler partecipare attivamente al giornale parrocchiale, sarò per questo attento osservatore della vita sociale di questa comunità di cui mi pregio far parte. Troppe volte sono stato spettatore, testimone vile di soprusi mai denunciati nei confronti di una popolazione che, sottomessa e rassegnata, non trovava la forza, come me del resto, di denunciarne i soprusi e che solo ora, in questo momento in cui sono caduti gli idoli e gli altari eretti in onore di una classe politica in cui erano riposte le nostre speranze, ritrova la ragione e prende coscienza di essere popolo di diritti e non di favoritismi.

Nostro Signore Gesù Cristo che, "umiliò se stesso", venne in questo mondo per farmi uomo libero ed io, preso ad adorare altri idoli, seguendo le chimere, saltavo da un detentore di verità all’altro dimenticando che solo Gesù Cristo è la Verità e la Via.

La Verità va gridata dai tetti.

La nostra comunità rionale, e parlo del Rione Libertà e più precisamente della zona che interessa la nostra parrocchia, è stata da sempre, malgrado gli ampi spazi e la notevole densità di popolazione, tenuta fuori dagli schemi comunali di insediamenti commerciali. Basi pensare che non esiste allo stato un mercatino zonale, una farmacia, manca assolutamente un qualsiasi rapporto con lo Stato, non c’è infatti nessuna sede distaccata di uffici postali né tantomeno una sede di guardia medica. Ci sono, per fortuna, ad onor del vero, due scuole elementari che funzionano bene anche grazie allo spirito di sacrificio del personale docente e non docente, ma anche esse sono sempre più spesso abbandonate alla buona volontà di chi le dirige che non può far altro che stringer le spalle e sospirare nell’attesa che vengano quantomeno tinteggiate e ripulite.

Se è vero che la zona di cui parlo era stata originariamente progettata per essere una zona dormitorio, e la grandezza delle case me ne è testimone (circa 40 mq), è vero anche che le persone che le hanno abitate, anche in coabitazione, hanno fatto in modo che fosse una zona sveglia, in alcuni anni anche troppo, fino a meritarsi il nome di Shanghai, che la dice lunga sul quanto poco si dormisse; allora perché questa zona è sempre stata fuori dal piano commerciale e dei servizi?

Forse per essere cittadini bisogna, in questa città, essere residenti in altre zone, dove il privato, spesso fiancheggiato da "scaltri" amministratori, ottiene un maggiore sviluppo dei servizi, aumentando la redditività dei propri beni immobili, prevaricando il dettato costituzionale che riconosce a tutti i cittadini pari dignità sociale (art 3 Cost. Rep. Italiana).

Nulla si è fatto in questi anni per migliorare la qualità di vita delle persone della nostra zona. C’è un intero rione non servito, eppure chi vi risiede paga tasse come qualunque altro beneventano onesto, le stesse tasse, insomma, che paga chi ha la comodità di avere una farmacia sotto casa, l’ufficio postale vicinissimo, la guardia medica, l’ufficio ASL, la propria agenzia assicurativa, ]a scuola media, l’università, il teatro, il cinema, la palestra comunale, la piscina comunale, e tanti altri servizi pubblici e/o privati che fanno di una GASBA una parte viva della città.

Per umiliare un popolo, alcuni anni fa, hanno cucito stelle sui vestiti; a noi, caro giornalino, per anni hanno cucito le bocche, con le promesse, e scucito le tasche.

Bartolomeo


Monumento in onore di P. PioPadre Pio (8.229 byte)

Si è costituito un Comitato interparrocchiale, denominato "Pro Messaggio Padre Pio", per la realizzazione di un monumento, in occasione della beatificazione del Frate cappuccino, da realizzare nella rotonda di Via dei Pentri, all’ingresso della città di Benevento ed all’imbocco di Via Padre Pio, che porta a Pietrelcina. Sarà un’opera non comune, per la sua imponenza e per il messaggio che si prefigge di dare. Il progetto è ambizioso, ma necessitano notevoli risorse finanziarie. La realizzazione dell’opera è affidata alla generosità degli offerenti. Ad avvenuto completamento del monumento, sarà redatto un Libro d’Oro, nel quale saranno annotati tutti coloro che avranno contribuito alla sua realizzazione.

Le relative offerte potranno essere consegnate a mano ai responsabili delle Commissioni di Raccolta fondi, regolarmente autorizzate, previo rilascio di ricevuta, oppure inviate un conto corrente bancario n. 04.1002.10 CAB 15000 - ABI 3136.9. Intestato al Comitato Pro-Messaggio P. Pio presso la Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, sita in C/da Roseto, 2 di Benevento.


RAGAZZI MISSIONARI:
PELLEGRINI DI FRATERNITÀ

Nel tempo di Avvento e di Natale, i ragazzi offrono piccole orme per invitare tutti a camminare verso la solidarietà. Il ricavato dei seminatori di orme, sarà inviato attraverso la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, per finanziare i progetti a favore dei bambini del Terzo Mondo.
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CONCORSO
"PRESEPE IN FAMIGLIA"

Chi intende partecipare al concorso, indetto dalla parrocchia San Modesto, può iscriversi entro il 25 dicembre 1998. La commissione visiterà i presepi segnalati dal 26 al 31 dicembre. La premiazione si svolgerà il 6 gennaio 1999, alle ore 19.00.

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Il Rugby Libertà
ha il suo campo

Si è svolto Sabato 21 novembre 1998 l’inaugurazione del Campo di Mini Rugby sito alla Via S. Colomba alle spalle del Liceo Scientifico. Alla manifestazione hanno partecipato il presidente pro-tempore dell’Amministrazione Provinciale Dott. Donato Guarino, l’Assessore allo Sport Dott. Giancarlo Bocchini, il Preside della scuola Prof. Pallotta, l’Avv. Mario Collarile presidente provinciale del CONI, nonché l’Assessore alle attività produttive e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di tale impianto.

Il saluto e l’impegno dimostrato dall’Amministrazione Provinciale è stato evidenziato dal Presidente del Rugby Libertà ex consigliere provinciale Giuseppe Pagliuca, il quale ha sottolineato e ringraziato il Presidente Avv. Roberto Russo che ha reso possibile tale sogno nel cassetto della società. Lo stesso ha sottolineato il grande valore sociale e aggregativo che tale struttura porta per le scuole limitrofe e per i numerosi giovani del popoloso quartiere cittadino.

Al termine è stata effettuata la benedizione da Monsignore Orazio Soricelli insieme all’assistente spirituale della società Don Nicola De Blasio. Gli intervenuti hanno espresso gratitudine a chi ha lavorato e lavora per il recupero sociale dei giovani e il rilancio sociale del popoloso Rione Libertà.


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