SAN MODESTO NEWS

Bollettino n.31

Gennaio - Novembre 1999

buona lettura...

Indice:


Giubileo 2000: SI PARTE!

GIUBILEO, cos’è?

Il termine è di derivazione ebraica e sembra avere diversi significati: gioia annunciata dal suono del corno dell’ariete (jobel); richiamo alla convocazione (jobil); invito al perdono ed al condono (jabal). Ma in Giubileo su tutti prevale il senso della gioia e della festa.

Le DIECI PAROLE di DIO

Nell’Antico Testamento Dio aveva dato al suo popolo le dieci parole cioé i dieci comandamenti, come regola di vita. Erano e sono tuttora linee basilari di comportamento. Più che spronare al bene, mettono in guardia contro il male da evitare. Tuttavia, sintetizzate in positivo, dicono: "Ama Dio con tutto te stesso" (cf Dt 6,8) e "ama il tuo prossimo come te stesso" (cf Lv 19,18).

Oltre alle dieci parole, Dio aveva dato altre norme di vita. Una di queste si riferiva la Giubileo. Qualcuno ha ipotizzato che più di una vera legge , il testo del Levitico sul Giubileo, costituisse una velata profezia dei tempi messianici.

ANNO GIUBILARE

"Il Signore disse a Mosè sul monte Sinai: «Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando entrerete nel paese che io vi do, la terra dovrà avere il suo sabato consacrato al Signore. Per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai; ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto su tutta la terra, un sabato in onore del Signore». Poco dopo aggiunge: «Conterai sette settimane di anni, che faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba dell’acclamazione; nel giorno dell’espliazione farete squillare la tromba per tutto il paese. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione del paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un Giubileo; ognuno di voi rientrerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Non farete né semina né mietitura né vendemmia. In quest’anno ciascuno tornerà in possesso del suo».

Il CONDONO dei DEBITI

La gioia del Giubileo ebraico derivava da molti motivi, fra i quali il condono dei debiti contratti nel corso degli anni. Nell’anno giubilare ognuno sarebbe rientrato in possesso delle sue proprietà che per rovesci di fortuna, malattie o altro erano finite in mano ad altri. Dio aveva donato la terra ed aveva affermato che questa era sua e non avrebbe dovuto essere venduta : se il fratello non avesse trovato la somma del riscatto, ciò che era stato venduto sarebbe rimasto in mano al compratore non oltre il Giubileo. Allora questi doveva restituire libertà e casa, famiglia e proprietà perdute. "Le terre - dice Dio - non si venderanno per sempre; perché la terra è mia e voi state da me come forestieri ed inquilini. Perciò tutto il paese sarà vostro possesso, concederete il diritto di riscatto del suolo. Ma se uno non trova presso di sé la somma sufficiente al riscatto, ciò che ha venduto rimarrà in mano al compratore fino all’anno del Giubileo. Al Giubileo il compratore uscirà e l’altro rientrerà nel suo possesso" (cf Lv 25,23ss).

Immagine (16.520 Bytes)FRATERNITÀ

Il condono, in qualche modo, deve rendere ciascuno libero e autosufficiente e dare a tutti un maggior senso di appartenenza al popolo di Dio, come una sola famiglia di famiglie. Riconoscendo la terra come proprietà di Dio, tutti ne avrebbero usufruito con gioia e beneficiando il Signore: della sua bontà ricevevano i prodotti della terra e del proprio lavoro. Il Giubileo poteva essere considerato, in grande, la celebrazione del sabato con le caratteristiche tipiche di quel giorno santificato nel riposo e nella preghiera e in un nuovo rapporto con Dio, con se stessi e con i fratelli.

RIPOSO e COMUNIONE

Giubileo = anno di riposo. Riposo anche per la terra. Ci si nutrirà del frutto che essa produrrà spontaneamente e di ciò che si è messo da parte negli anni precedenti. Già per la celebrazione del settimo anno, c’è una promessa da parte di Dio e, insieme, una conseguente richiesta di fiducia da parte dell’uomo. La terra lasciata a riposo "produrrà frutti e voi ne mangerete a sazietà... Se dite: «che mangeremo il settimo anno, se non semineremo e non raccoglieremo i nostri prodotti?». «Io - dice Dio - disporrò in vostro favore un raccolto abbondante per il sesto anno ed esso vi darà frutto per tre anni. L’ottavo anno seminerete e consumerete il vecchio raccolto , fino al nono anno; mangerete il raccolto vecchio finché venga il nuovo» (cf Lv 25, 18-22).

Giubileo = anno di espiazione, di perdono e di condono. Superando le sperequazioni tra ricchi e poveri si avviava un nuovo equilibrio, una nuova solidarietà fraterna. Una nuova e gioiosa esperienza di sentirsi popolo eletto, rinnovato dalla misericordia di Dio e dell’amore reciproco.

Giubileo = anno di speciale attenzione a Dio. Liberi da molte preoccupazioni, gli israeliti erano invitati ad un particolare ascolto di Dio, a un più cordiale senso della sua paterna presenza, alla gioia della comunione con lui.

GIUBILEI mancati

Nonostante le indicazioni anche minuziose ricevute da Mosè e trasmesse al popolo, la storia dell’Antico Testamento non segnala celebrazioni giubilari.

Qualche traccia sembra si trovi prima della deportazione degli ebrei in Babilonia e prima della distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Forse la storia non parla dei Giubilei d’Israele per il fatto che la loro attuazione avrebbe messo in questione troppi interessi i quali, se avessero giovato agli uni (i poveri) avrebbero danneggiato gli altri. Del resto, specialmente in relazione al Giubileo che si sta per celebrare, sebbene il tema sia la venuta di Gesù come salvatore di tutti, il Papa insiste molto (sostenuto anche da diversi movimenti ecclesiali e non),sul condono dei debiti ai popoli più in difficoltà e su una più equa distribuzione dei beni fra tutti.

Se ciò avvenisse, il Giubileo del 2000 riuscirebbe davvero come Giubileo, festa di Dio e festa degli uomini che egli ama al punto di farsi uno di loro.


Il logo del Giubileo
Logo Giubileo (7.450 Bytes)Sai leggere il messaggio?

C’è un fondale azzurro a forma circolare che indica l’universo: su di esso c’è segnata una croce che sostiene e regge i cinque continenti, rappresentate dalle colombe di diversi colori. La croce è disegnata con gli stessi colori delle colombe per significare che Gesù si è incarnato e fatto uomo per tutti i popoli, ha preso la nostra condizione umana. La croce sta a dire che Dio entra nell’umanità e la salva. Dal centro sembra provenire una luce: è Gesù, luce del mondo, unico Salvatore ieri, oggi e sempre.

Le colombe sono disegnate in forma circolare per indicare il senso della solidarietà che deve legare tutte le genti specie in questo Giubileo del 2000.

L’armonia dei colori ci circonda la gioia che ciascuno deve vivere e comunicare in quest’anno perché sia veramente, per tutti, un Giubileo.


Impegno...
Impegno...
Impegno...

Che cos’è l’impegno?

 

Bhe, d’impegni ce ne sono tanti e di vari tipi: scolastico, sociale, politico... ci sono persone che cercano d’inglobarli tutti, trascorrendo le proprie ore impegnandosi a più non posso, quindi: "FARE, FARE", "DIRE, DIRE"...

E poi? E poi magari, affondati nel divano, incollati al cellulare, non vedono l’ora di parlarne, gonfi di orgoglio, con il primo che capita: «ma sai che l’ho fatto proprio io, non sai quanto mi sia impegnata...», oppure si lamentano senza limite: «l’ho fatto, mi sono impegnato, sono distrutto, non ne posso più, ora basta...». Ma si sa che in ogni impegno è racchiuso un obiettivo che comporta non poco sacrificio. Si! Proprio così, "SACRIFICIO".

Sacrificio, che parolone, spaventa quasi, ma... essa racchiude tanta, ma tanta umiltà soprattutto se ciò è visto come un dono da rivolgere al prossimo. Però... che tristezza!! Perché c’è chi si impegna solo per stare un gradino più su e soddisfare il proprio ego.

A volte si pensa davvero che il mondo non riesca a girare se non stiamo noi alla guida di un progetto; e invece?

STOP... GUARDATI DENTRO... ASCOLTATI... Prova per una volta a vedere davvero chi sei. E poi, chi può dire cos’è l’impegno?

 


Quanti sbagli si fanno nella vita!

Vignetta (5.074 Bytes)Conosco una storia vera che parla di un omino che vagava giorno e notte, non si stancava mai e

continuava a camminare con il freddo, con la pioggia, sotto il sole, sui monti e giù attraverso le valli. L’omino portava sulle spalle un sacco di iuta dove teneva tante pietre, e ogni pietra rappresentava uno sbaglio, un torto o una colpa che l’omino sentiva di aver commesso nei confronti di alcune persone che aveva incontrato lungo il suo cammino e alle quali aveva voluto anche tanto bene.

Un giorno una pietra sul fondo del sacco prese ad ingrandirsi e piano piano iniziò a diventare uno scoglio, perché quel senso di colpa l’omino non riusciva proprio ad accantonarlo. Così quando l’omino decise di esplorare la spiaggia più lunga del mondo, si accorse che il peso della sua borsa di iuta diventava sempre più insopportabile per la sua corporatura così fragile da piccolo esploratore della vita e del mondo; d’altra parte però comprendeva il fatto che quelle pietre erano una parte di sé e capì di non poter trovare una soluzione rapida al suo problema.

L’omino continuava temerario il suo lungo viaggio, ma spesso piangeva a causa del dolore e anche se molte volte pensava che la soluzione migliore al suo guaio sarebbe stata quella di sbarazzarsi di quello scoglio, d’altra parte non voleva rinunciare ad una parte di sé stesso... chissà di che parte del suo corpo avrebbe dovuto fare a meno: di una gamba? di un occhio? o magari della sua bocca?! Sconfortato da questo pensiero, l’omino sapeva ormai di non farcela più a sostenere il dolore.

Il sole splendeva in alto, le onde continuavano a biancheggiare spumeggianti sulla riva e ad un tratto l’omino cedette sotto il peso del masso e cadde disteso sulla sabbia stremato dal dolore; capì in un attimo che stava per morire ed allora, sognando di vivere all’infinito, aprì il sacco con le ultime forze che gli erano rimaste e prese lo scoglio, lo fece rotolare fino all’acqua e ancora giù fino al mare più profondo.

L’omino sentiva che piano piano si stava riprendendo... ma quello che posso dire è che non era in forma: zoppicava, anche se in realtà non aveva perso una gamba, non vedeva bene, ma non aveva nemmeno perso un occhio, parlava poco e male, ma non aveva perso neanche la bocca...

In un attimo capì di aver rimosso un suo ricordo importante, che parlava di un periodo della sua vita breve ma intenso, di una grande amicizia, di una storia, fatti di momenti belli e brutti, il ricordo che lo faceva tanto soffrire e portava quel peso così grande sulle spalle. Non posso sapere se l’omino é felice di aver barattato quella sua "fonte d’energia" che lo faceva camminare, vedere e parlare in cambio della sua vita, però so che il suo ricordo è oramai sommerso dalle onde del mare insieme ad un angolino del suo cuore.

Nik Novecento


Accetto la Tua chiamata!

Domenica 10 ottobre 1999 nella Parrocchia S. Modesto, noi catechisti abbiamo ricevuto il mandato e con esso un pizzico di sale come segno della chiamata a essere "sale della terra". Ne Ritiro fanciulli catechismo - Visciano maggio 1999 (27.539 Bytes)sono degna Signore? Come posso riuscirci?.

Facendo la tua volontà naturalmente, belle parole se ripenso alla vita di tutti i giorni: il lavoro, la famiglia, i figli, la casa. Tu sei al centro dei miei pensieri, so che nella mia vita occupi il primo posto, ma a volte anziché darti il posto d’onore che ti spetta, ti ho offerto una semplice panca di legno in un angolino del mio cuore. Però su di me puoi contare, sai che non mi piego sotto il peso delle fatiche umane e anche se sono una pietra spigolosa e brutta, forse servo proprio io per chiudere quel buco dove entra vento, mi sa che ci vado a pennello! Non ridere Signore, Tu vuoi certezze, mi hai scelto va bene, ma i miei dubbi, le mie paure? Accetti anche quelle? E’ arrivato il momento che io dia qualcosa di mio, sono stato chiamato ad essere il sale della terra. Signore, Tu che sai leggere nell’animo umano, guarda anche nel mio e fammi capire che è arrivato nella mia vita il momento di vivere in prima persona la tua Chiesa.

Signore fa che i miei buoni propositi non restino solo belle parole, dimmi quanto sale devo mettere e non farmene sciupare nemmeno un poco, stammi sempre accanto in questo pentolone che è la vita; oltre ad essere il Tuo sale vorrei essere il Tuo mestolo da poter usare quando Ti servo. Rafforzami e sostienimi affinché io da cucchiaio di plastica diventi di legno. Nelle Tue mani metto le mie preghiere e tutto sommato sono contenta di essere quello che sono: un umile catechista.

P. M.


Tramonto (11.281 Bytes)Sogno!

Mi trovo nella redazione per scrivere ciò che penso sulla mia parrocchia, ma soprattutto per un suo futuro migliore.

Vorrei specificare che per futuro intendo qualcosa di reale, da realizzare e soprattutto da progettare e non solo da immaginare. Da costruire nuove cose per noi ragazzi, perché anche noi abbiamo i nostri bisogni e i nostri scopi, per questo vogliamo realizzarli. Abbiamo bisogno di più spazio, di nuovi posti per lo sport ed altre attività, ed ogni tanto di organizzare cose diverse. Come il «COMITATO JUNIOR» composto da ragazzi della mia età, per esprimere le nostre idee, quello che pensiamo sia il mondo oggi e tutto ciò che è necessario per noi ragazzi.

Ci sono tante e tante cose da dire riguardante il futuro, ma con un pò di serietà ed impegno sono certa che ce la possiamo fare, anche se tardi. Ognuno di noi ha la propria vita davanti a sé, e speriamo di viverla al positivo e di godercela in tutte le sue forme.

So che forse alcune di queste cose non si potranno realizzare perché esistono solo nei sogni, ma é bello pensare ad un futuro migliore anche perché i "sogni aiutano a vivere meglio"


Come un fiume in piena

Avete mai osservato un fiume? Il suo modo di camminare? Prima di arrivare al mare ha scelto, deliberatamente di fare un sacco di curve, invece di arrivare diritto allo scopo. Bisogna ammettere dunque che c’è qualcosa di assurdo in tutto questo. C’è da non crederci, ma qualsiasi fiume, non importa dove sia o quanto sia lungo, prima di arrivare al mare fa esattamente una strada tre volte più lunga di quella che farebbe se andasse diritto. Sbalorditivo!! Ci mette tre volte tanto di quello che sarebbe necessario, e tutto a furia di curve. E non questo fiume o quello, ma tutti, come se fosse una cosa obbligatoria, una specie di regola uguale per tutti. Insomma la loro natura li obbliga a quel girovagare continuo e persino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine navigano per una strada tre volte maggiore. Allora mi chiedo: «se c’è una regola per loro, volete che non ci sia anche per noi?» Il meno che ci possiamo aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandamento da una parte all’altra, simile ad una sequenza preordinata di errori o ripensamenti, è semplicemente il nostro modo di "andare dove dobbiamo andare"

ANTONIO


Evviva, si ricomincia!Campo invernale giovani - Accadìa gennaio 1999 (15.732 Bytes)

 

Cosa? Ma come cosa? Si riaprono i gruppi parrocchiali. In verità già c’è stato il via domenica 17 ottobre 1999 con una grande festa dedicata interamente ai bambini. Abbiamo trascorso circa tre ore insieme. Il tutto è iniziato con danze, bens e poi si è continuato con giochi di vario tipo.

Grande è stata l’affluenza dei ragazzi, ma anche degli adulti che in un certo senso sono stati coinvolti da noi animatori. Infatti data l’atmosfera di gioia, di allegria creatosi dinanzi al piazzale della Parrocchia non si riusciva a capire chi erano i bambini e chi gli animatori (scherzo!). A dir la verità davvero non ci aspettavamo la partecipazione di tanti ragazzi e ragazze. Il nostro impegno è stato largamente ricompensato anche se speriamo che il lavoro appena iniziato sia più utile per tutti coloro che continueranno a partecipare. L’appuntamento è per ogni sabato dalle 15.30 alle 16.30 per trascorrere un’ora insieme all’insegna della gioia, dell’allegria e non dimenticate a casa l’entusiasmo di stare insieme la voglia di dedicare un pò di tempo ad il nostro grande amico Gesù.

ALESSANDRA CAVUOTO


Tre giorni di riflessione per le famiglie

Nei giorni 24, 25 e 26 settembre si è tenuto nel convento S.Antonio di Apice un ritiro di riflessione delle famiglie della nostra parrocchia sotto la guida del parroco Don Nicola De Blasio. Dodici le famiglie che hanno partecipato a questa esperienza che si è rivelata da subito straordinaria.

Ritiro famiglie - Apice settembre 1999 (16.180 Bytes)Il luogo scelto ha favorito immediatamente quel distacco dalla routine giornaliera per entrare in contatto con la Famiglia Trinitaria.

Le giornate scandite dalla liturgia delle ore, sono state piene di momenti di riflessione spirituale. L’esperienza del Deserto, cioé l’incontro faccia a faccia dell’IO con DIO, è stata per tutti una verifica del proprio vissuto confrontato con il Vangelo.

Nel silenzio della notte, quando tutto è buio, con l’esperienza dell’adorazione eucaristica dei coniugi, Cristo, luce del mondo, ha dissipato dubbi e resistenze e ha confermato che solo l’Amore salva.

Negli incontri di gruppo si sono evidenziati almeno tra aspetti importanti:

- siamo CHIESA di PERSONE e non di PIETRE

- siamo porzione di CHIESA PARTICOLARE - PARROCCHIALE - DIOCESANA - ITALIANA - EUROPEA - MONDIALE - COSMICA.

- siamo CHIESA che prega, che ama, che lavora, che si confronta.

Le famiglie si sono interrogate sul gruppo, e hanno convenuto di formare un GRUPPO di FAMIGLIE PARROCCHIALE in cui ogni coppia e ogni singolo possa crescere nella fede, nella conoscenza della parola di Dio, nell’amore. Per cui hanno stilato lo statuto del gruppo, presentato all’altare della propria Parrocchia nella messa della domenica.

Dallo statuto del gruppo di famiglie parrocchiali

Il gruppo di famiglie parrocchiale si propone, attraverso gli incontri, la preghiera, la frequentazione ai Sacramenti e la partecipazione attiva alla vita parrocchiale, di far crescere nella conoscenza, nella fede, nell’ascolto, nel confronto, gli sposi partecipanti. Gli incontri si tengono di sabato dalle ore 20.00 alle 21.00, con cadenza quindicinale a partire dal 02.10.1999. Il gruppo è autogestito per il servizio di Kinder - Garden e per le spese di cancelleria per una quota mensile pari a £ 10.000 da versare nel primo incontro mensile. Sono fissati due ritiri spirituali uno in tempo di Avvento l’altro in tempo Quaresima. E’ fissato un campo estivo nella prima settimana di settembre per la verifica e la programmazione del gruppo.

IL GRUPPO FAMIGLIA


Corso Biblico: la Verità ci farà liberi

....Dopo la pausa estiva, nella nostra parrocchia si è stilato un programma delle varie attività da svolgere in questo nuovo anno che coincide con il Giubileo del 2000. Questo evento (molto importante per tutti i cristiani del mondo), ha influenzato molto le scelte fatte da Don Nicola e dal consiglio Pastorale, riunitosi nei primi giorni di settembre. Sono partiti i centri di ascolto, dove i laici sono coinvolti in prima persona nell’annunciare la Parola di Dio.

Sono stati nominati i nuovi catechisti, i responsabili dei vari gruppi giovanili; si è formato il gruppo degli adulti dove sia le coppie che persone singole possono farne parte. E’ stata Immagine (14.682 Bytes)riconfermata l’Adorazione Eucaristica il martedì, ma con grande attenzione e gioia è stata accolta da tutti i parrocchiani la decisione da parte del parroco di organizzare un corso sulla Bibbia.

"Filippo corse e sentì che l’Etiope leggeva il profeta Isaia". Egli disse: «Comprendi tu ciò che leggi». Quello rispose: «Come posso comprendere se qualcuno non mi guida?» (At 8,30 - 31). Leggendo quanto sopra, si avvertiva in noi parrocchiani, la necessità di una guida nella lettura della Bibbia. Saper leggere: non è forse questa la cosa più semplice del mondo? No, se saper leggere significa saper reagire ad una lettura. Due persone che leggono, ognuno per suo conto, la stessa notizia, reagiscono alla lettura in maniera del tutto diversa.

Di fronte al pericolo derivante da tale atteggiamento, ecco l’importanza del corso, definendo questa attività come convenzione intellettuale, dove il cristiano acquisisce convinzioni personali e può confrontarsi con chiunque esso sia.

L’obiettivo che tale corso si prefigge, è quello di creare evangelizzatori che, oltre ad avere fede, acquisiscono quei contenuti che sono alla base della religione Cattolica Cristiana e contribuire con il parroco , a far scoprire coma la ,nostra religione guardi con calda simpatia alla vita di ogni giorno ed aiuti ad affrontare anche i più seri problemi dell’individuo e della società.

Così come si chiedevano i concittadini di Gesù «non è costui il figlio del carpentiere?» (Ult. 13,55).

Di fronte alle sue rivendicazioni illusionistiche, la gente deve chiedersi di noi quando sentiranno parlare di Dio sul lavoro, in famiglia, al bar, ecc.

Tutti sono invitati a partecipare, perché chi si professa Cristiano, deve esserlo fino in fondo in quanto tutti siano chiamati ad annunciare la Buona Novella, ed avendo la possibilità di poter aumentare la nostra fede, è veramente un peccato perdere tale occasione.

Giorgio de Vita


IL PERDONO: un amore che guarisce e libera

Il nostro cammino di riscoperta del sacramento della Riconciliazione ci introduce nell’esperienza del pentimento, della misericordia e del perdono.

1. LA QUESTIONE

Qual’è l’atteggiamento di Dio verso chi porta la responsabilità del peccato, o meglio, verso chi, avendo commesso il peccato, ha fatto di sé un peccatore? Per chi è convinto che il rapporto con Dio è il fondamento della nostra esistenza, ogni stortura in questo rapporto non può che produrre male - essere e malessere.

La questione posta da questa domanda sta al centro dell’annuncio di Gesù. E’ anche il cardine della riflessione di S.Paolo sulla novità radicale del Vangelo. Ha grande importanza anche per sant’Agostino e Martin Lutero, per citare soltanto due illustri esempi della storia del pensiero e della spiritualità cristiana.

Immagine (11.923 Bytes)Ora, sulla base della testimonianza che Dio stesso ci ha dato mediante Gesù, una cosa è certa: Dio non disprezza il peccatore, non lo odia, tanto meno è impegnato a castigarlo. Naturalmente se il peccato assume la forma del maltrattamento del piccoli e dei poveri, Dio si pone contro il peccatore: ma ciò che lo spinge non è l’odio contro il peccatore, ma l’amore verso i piccoli e i poveri.

Gesù ha avuto parole dure contro i leaders spirituali del giudaismo (maestri farisei vigilanti sull’osservanza della Legge e sadducei custodi del culto nel Tempio), non perché li odiava, ma perché si convertissero e fosse dato agli affaticati e agli oppressi un ristoro (Mt 11,28ss).

Basta ricordare come Gesù abbia accettato l’ospitalità di farisei, sia andato in casa di pubblicani (sfruttatori soprattutto dei poveri), e abbia riconosciuto l’autorità dei sacerdoti riguardo alla guarigione dei lebbrosi... Dio, dunque, non diventa "cattivo" verso coloro che compiono il male (e in questo si manifesta la sua onnipotenza, la sua libertà assoluta). Il suo cuore di Padre continua a nutrire sentimenti positivi anche nei confronti dei peccatori. Li ama come figli, li stima come esseri personali (somiglianti a Dio!) destinati all’eternità, desidera aiutarli ad uscire dal percorso pericoloso in cui si sono messi, si impegna a guarire le ferite che si sono procurati con le loro mani, fa di tutto per restituire a loro la bellezza e la libertà compromesse. E tutto questo non come qualcosa di automatico o come un dovere. Nulla costringe Dio a reagire così verso il peccatore. Nulla se non Dio stesso, e cioé la sua libertà e la sua bontà. Il perdono, come dice la parola stessa, è un dono: un atto gratuito, libero, personalissimo, di Dio che non vuole la morte, ma la salvezza del peccatore (cf Gv 3,16ss). La sorprendente apertura, colma di amore generoso, di Dio verso il peccatore ha come scopo la riconciliazione. Non è soltanto la rinuncia al castigo. E’ il tentativo adorabile, l’offerta commovente del ristabilimento di un rapporto positivo che il peccatore aveva rovinato. E’ importante sottolineare questo aspetto. Il perdono non è soltanto rinuncia al castigo, se deve essere, com’è, offerta di salvezza. Senza la ricostituzione di un buon rapporto con Dio saremmo comunque perduti. Come abbiamo ricordato sopra, un buon rapporto con Dio è la condizione del nostro bene - essere, benessere. E, si badi bene, l’apertura di Dio verso il peccatore non è, per così dire, passiva. Come se Dio dicesse: "Per quanto mi riguarda non ho niente contro di te; ora spetta a te decidere".

Abbandonati a noi stessi non riusciremmo a liberarci dal peccato, perché esso, una volta scelto, assume la spaventosa forma di una schiavitù paralizzante. Si pensi, tanto per fare un’analogia, ad una severa nevrosi, ad una tossicodipendenza... No, Dio rivolge verso di noi la sua grazia: con la sua bontà e bellezza esercita un fascino su di noi, così da trasmetterci la forza per rispondergli.

Un tempo si parlava di grazia preveniente, e cioé di un aiuto che Dio offre al peccatore prima che prenda una qualunque decisione, per metterlo nelle condizioni di poter decidere liberamente. Naturalmente la decisione libera del peccatore di accogliere l’offerta di riconciliazione da parte di Dio è indispensabile perché la riconciliazione avvenga. Il perdono è la ricostituzione di un rapporto, e un rapporto positivo esige che le due persone si rapportino liberamente l’una all’altra. Ma la prima decisione del peccatore non è un dialogo con se stesso: "Ecco, ora mi impegno a cambiare vita...". La prima decisione del peccatore è una reazione libera di fiducia in un Dio di cui sperimenta la misericordia, il perdono e l’offerta di riconciliazione. Il peccatore, non guardando a se stesso, ma guardando verso il volto di Dio, riesce a credere che Dio lo possa ancora amare, nonostante il peccato (o meglio, nonostante che abbia fatto di sé un peccatore, un deforme). In questo credere che Dio è più grande del nostro cuore e ci perdona (cf 1 Gv 3,20), avviene l’abbraccio, il ristabilimento della comunione, la riconciliazione e la salvezza.

La salvezza non è frutto di un nostro sforzo autonomo (le nostre opere), ma è la risposta colma di fiducia all’offerta d’amore di Dio (la fede). San Paolo non cessa di ripeterlo (cf ad esempio Rm 9,12 - 17).

La riconciliazione è il ricostituirsi di un rapporto positivo con Dio. Come abbiamo detto sopra, questa è la condizione del bene - essere, del benessere. San Paolo parlerà di giustificazione, termine che indica un processo che trasforma un essere sbagliato (il peccatore) in un essere giusto: da schiavo a libero, da prigioniero della paura e dell’egoismo a libero per ogni generosità, da minacciato dalla morte e infelice a colmo di gioia per il pulsare di una vita piena e sensata. Il perdono è "giustificazione", è cioé guarigione e salvezza, liberazione e bellezza (cf il Cantico dei Cantici).


Vedere - Intendere - Annunciare

Fermarsi e chiedersi "perché", questo è l’obiettivo del ritiro dei giovani tenutosi a Toccanisi il 3 ottobre, non solo un’occasione per progettare e organizzare in somme linee l’attività Vignetta (24.874 Bytes)parrocchiale rivolta ai ragazzi, ma soprattutto per ritagliarci un piccolo angolo in cui isolarci per un momento e restare soli con Lui.

E’ stata una giornata in cui ognuno di noi ha proiettato la propria anima davanti ai suoi occhi ed è andato alla ricerca delle ragioni che lo portano a seguire Dio e delle mete che si è proposto di raggiungere.

Comprendere e capire fino a punto siamo stati coerenti con la nostra scelta di vita e quanto abbiamo fatto per tentare di conseguire la moltitudine di obiettivi che continuamente ci prefissiamo: questo è il primo passo per essere poi in grado di annunciare il messaggio del Signore a quanti non l’hanno ancora ascoltato. Abbiamo davvero incontrato Cristo sulla nostra strada?

Sarebbe assurdo infatti parlare e amare qualcuno che non si conosce affatto e amare Cristo vuol dire porlo al primo posto nella nostra vita e volere che gli altri facciano lo stesso.

Vedere, intendere e annunciare, ecco cosa faremo noi giovani quest’anno, è guardarci dentro per: illuminare fuori

Viviana


Manifesto tenda dell'amicizia (23.932 Bytes)


INCONTRI GRUPPO FAMIGLIA

S. Modesto
Il Sabato ogni 15 giorni - ore 20.00
presso il salone parrocchiale

S. Vito
Il Venerdì ogni 15 giorni - ore 19.30
presso l’edificio scolastico

 

Corsi prematrimoniali 2000
Presso la Sala Parrocchiale "S. G. Bosco" di San Modesto

1º Corso
Venerdì e Sabato - ore 20.00

Gennaio 21 22 28 29
Febbraio 4 5 11 12 18 19 25 26

2º Corso
Venerdì e Sabato - ore 20.00

Marzo 10 11 17 18 24 25 31
Aprile 1 7 8 14 15

 

ORATORIO PARROCCHIALE
Bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni

ogni sabato dalle 15.30 alle 16.30 presso i locali della parrocchia

 

Gruppo Giovanile
dai 15 ai 18 anni

ogni giovedì dalle 19.00 alle 20.30
presso la sala parrocchiale

 

CORSO BIBLICO

Il Martedì ogni 15 giorni
ore 21.00 - 22.00
nella chiesa parrocchiale

 

ADORAZIONE EUCARISTICA

Il Martedì ogni 15 giorni
ore 21.00 - 22.00
nella chiesa parrocchiale


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