SAN MODESTO NEWS
Bollettino n.1
Febbraio 1994
buona lettura...
Indice:
Questa vuole essere una voce amica ma non chiassosa, familiare ma non indiscreta, modesta ma non trasandata. È nata con lintento di essere un legame interno tra noi di San Modesto, ed esprime perciò la voce di tutti.
Voce di anziani e di giovani, voce di piccoli e di grandi, voce di chi ci frequenta e anche di chi ci trascura.
Non abbiamo preferenze. Chi viene è benvenuto e a chi va via chiediamo scusa di non essere stati come forse si pensava che noi dovessimo essere. La parola dordine è "fraternità".
Siamo e ci sentiamo in famiglia, e ci diremo perciò tutto proprio come in famiglia si dice tutto, anche ciò che talvolta può non piacere.
Il bollettino si presenta in veste umile e dimessa, e non pretende di sostituire altri giornali o riviste, è nostra intenzione che sia anche strumento di collegamento tra i nostri movimenti e le nostre associazioni a livello interparrocchiale nello spirito di quella "unità pastorale" che ci unisce alla parrocchia sorella dellAddolorata.
Riporterà fatti ed avvenimenti che interessano lambito della nostra parrocchia nello svolgersi della sua vita liturgica e sacramentale; servirà anche come prontuario per avvisi, orari, proposte.
Queste pagine saranno a disposizione di tutti coloro che vogliono essere presenti alla vita religiosa e sociale della parrocchia. Scriveteci: vi leggeremo e magari pubblicheremo. Il notiziario è vostro, anche nel senso che lo farete voi. Grazie.
LA REDAZIONE
Quaresima: tempo di conversione
La Quaresima è tradizionalmente il tempo della penitenza e della conversione. Essa richiama a rivedere la propria condotta, a misurarsi con le proprie infedeltà, a correggere o ad invertire la rotta della propria vita. Fino al secolo scorso, durante la quaresima, si tenevano nelle chiese grandi predicazioni per le quali si mobilitavano i più rinomati oratori e, nelle famiglie, si evitavano svaghi e divertimenti e si praticavano duri digiuni. Il secolarismo e il consumismo attuali hanno relegato questi usi nel mondo del ricordi storici e hanno materializzato la stragrande maggioranza dei cristiani al punto che essi non distinguono più la quaresima dal carnevale, il sacro dal profano, il vizio dalla virtù. Nei mass-media, nella stampa, in particolari leggi, il male, è considerato alla stessa stregua del bene. La tentazione miete vittime dovunque, non risparmia alcuna classe sociale e sembra che langelo e la bestia, di cui è costituito luomo, come scrisse Pascal, siano venuti ad un accordo per il quale nel nostro tempo la bestia ha tutto spago per scagliarci il suo artiglio.
In tale
prospettiva si comprende allora la necessità convertirsi, di
riciclarsi, reintegrarsi, dominare listinto, uscire fuori
dallindifferenza, dalla pigrizia, dalla sconsideratezza e
divenire un "atleta", ben cosciente che la vita
cristiana è una battaglia assidua, dal primo risveglio del
mattino allultimo attimo di veglia, la sera. Per andare a
Dio si va a piedi, a volte su strade ripide, arenose, sassose;
non in carrozza, in auto, e tantomeno in aeroplano. Il cristiano
è un uomo di guerra, di durissima guerra, di continua guerra.
Daltronde la tentazione è un tormento che purifica, una
sorgente di santificazione, una scuola di fortezza. Come la
tempesta rivela labilità del pilota, il campo di
battaglia, il valore del soldato, così la tentazione dimostra la
solidità di unanima cristiana. La tentazione impone la
vigilanza, i1 controllo di ogni passo, la fuga dal male e
soprattutto la conoscenza delle proprie capacità...
... Ora la conversione è possibile solo se ci impegnamo a superare la tentazione, a sconfiggere satana e tutti gli spiriti del male. Però sullesempio di Cristo dobbiamo amare il deserto, crearci tempi di silenzio nel cuore, estranearci dal frastuono e pregare.
Così hanno fatto i Padri della Chiesa, gli anacoreti, tanti santi e sante. S. Gregorio Magno nei "Dialoghi" racconta di S. Benedetto che in ritiro al Subasio "abitò con se stesso, sotto gli occhi di colui che vede tutto". SantAmbrogio nel, "Commentari di Giobbe" accenna "alla necessità di appartarsi nel chiostro del pensieri, nel segreto del proprio cuore, quasi in un concilio dinteriore consutazione". Nel mondo lanima divaga, si disperde; nel deserto si raccoglie, si completa, si perfeziona, nel senso che rende coscienza delle sue relazioni con Dio creatore e redentore. Si comprendono così intimamente: la parabola del figliol prodigo che fuori della casa si annienta; la parabola delle vergini stolte che, distratte al momento del bisogno, non hanno olio per accendere le loro lampade; la parabola del seminatore con la varia, gamma di partecipazione; la parabola dei talenti da fruttificare per la vita eterna.
Nel raccoglimento si conversa con Dio, si sente Dio, si ha l'esperienza di Dio. È qui, nel deserto dello spirito, che si sviluppa lamicizia con Dio, quellalleanza, tra Dio e gli uomini e si allude ad una svolta nella storia: prima del diluvio la terra è piena di violenza, le acque la ricoprono e la riportano al caos primitivo; ma dopo, tutto cambia: le acque si ritirano e inizia una nuova creazione, un nuovo rapporto con Dio e con il creato.
don Attilio Galli
Il Papa esorta la comunità cristiana alla condivisione con i poveri
"La famiglia è al servizio della carità, la carità è al servizio della famiglia"
Linvito a tutti i cristiani "a trasformare la propria esistenza e a modificare i comportamenti per diventare vero fermento e per far crescere in seno alla famiglia umana la carità e la solidarietà" viene rivolto da Giovanni Paolo II a tutti i cristiani nel Messaggio per la Quaresima 1994.
Questo il testo del Messaggio:
1. Il tempo di Quaresima è una stagione favorevole, concessa dal Signore per rinnovare il cammino di conversione e rafforzare in noi la fede, la speranza e la carità per entrare nellAlleanza voluta da Dio e per vivere più intensamente un periodo di grazia e di riconciliazione.
"La famiglia è al servizio della carità, la carità è al servizio della famiglia". Con la scelta di questo tema, desidero di invitare tutti i cristiani a trasformare la propria esistenza e a modificare i comportamenti, per diventare vero fermento e per far crescere in seno alla famiglia umana la carità e la solidarietà: valori essenziali per la vita sociale e per la vita cristiana.
2. Auspico, anzitutto, che le famiglie cristiane prendano coscienza della loro missione nella Chiesa e nel mondo. È con la preghiera personale e comunitaria che le famiglie ricevono lo Spirito Santo, il Quale crea in esse e per esse tutte le cose nuove ed apre il cuore del fedeli alla dimensione universale. Attingendo a questa sorgente damore, ciascuno potrà trasmettere tale amore con la sua vita e le sue opere. La preghiera ci unisce a Cristo e fa sì che tutti gli uomini siano fratelli.
La famiglia è il primo luogo privilegiato delleducazione e dellesercizio della vita fraterna, della carità e della solidarietà, le cui forme sono molteplici. Nelle relazioni familiari si apprendono lattenzione, laccoglienza e il rispetto dellaltro, che deve sempre avere nel nostro cuore quel posto che gli spetta. La vita in comune è poi un invito alla condivisione che fa uscire dal proprio egoismo. Chi impara a condividere e a donare scopre la gioia immensa che procura la comunione dei beni. I genitori, con il loro esempio ed il loro insegnamento, avranno cura di suscitare delicatamente nei propri figli il senso della solidarietà. Così, fin dallinfanzia, ciascuno è chiamato a fare lesperienza della privazione e del digiuno al fine di forgiare il proprio carattere e di dominare i propri istinti, in particolare quello di possedere solo per sé. Quanto si recepisce nella vita familiare dura per tutta l'esistenza.
3. Il nostro mondo attraversa tempi particolarmente difficili; occorre perciò, che le famiglie, sullesempio di Maria che si affretta ad aiutare la cugina Elisabetta, si avvicinino ai loro fratelli bisognosi recando loro il soccorso materiale e spirituale! Come il Signore ha cura degli uomini, così anche noi, mossi dalle sue parole: "ho visto la miseria del mio popolo e il suo grido è giunto fino a me" (1 Sam 9, 16), non possiamo restare sordi al suoi appelli, finché la povertà di numerosi nostri fratelli avvilisce la loro dignità di uomini e sfigurare lumanità intera. È questa un palese ed eclatante ingiuria al dovere di solidarietà e di giustizia.
4. In questo tempo, la nostra attenzione dovrà rivolgersi specialmente verso le sofferenze e le povertà delle famiglie. Un grande numero di esse, infatti, ha varcato il limite estremo della povertà, non avendo neppure il minimo vitale per nutrirsi e nutrire i loro piccoli, per consentire ad essi una crescita fisica normale e una istruzione regolare, conforme alle leggi. Alcune famiglie non dispongono neanche di un alloggio decente. La disoccupazione colpisce ed impoverisce sempre di più interi strati della popolazione. Le donne sono sole nel provvedere al bisogni del propri bambini e alla loro educazione: tutto ciò porta spesso i giovani a vagare per le strade e a rifugiarsi nella droga, nellabuso di alcool o nella
violenza. Si nota attualmente un aumento di coppie e di famiglie che hanno problemi psicologici e relazionali. Le difficoltà sociali contribuiscono talvolta alla rottura del nucleo familiare. Troppo spesso il nascituro non è accettato. In alcuni paesi, i più giovani sono sottoposti a condizioni di vita disumane o vergognosamente sfruttati. Le persone anziane ed handicappate, considerate economicamente improduttive, si sentono inutili e relegate nella solitudine. Alcune famiglie, a causa della loro appartenenza ad altre razze, culture e religioni, sono espulse dalla terra nella quale si erano stabilite.
5. Di fronte a questi flagelli, che colpiscono linsieme del pianeta, non possiamo tacere, né restare inerti, perché esse feriscono la famiglia, cellula fondamentale della società e della Chiesa. Bisogna rientrare in noi stessi! I cristiani e gli uomini di buona volontà hanno il dovere di sostenere le famiglie in difficoltà, donando loro i mezzi spirituali e materiali per uscire da situazioni spesso tragiche.
In questo tempo di Quaresima, vi esorto soprattutto alla condivisione con le famiglie più povere, perché possano esercitare, particolarmente verso i propri figli, le responsabilità che ad esse competono. Nessuno può essere rifiutato in nome della differenza, della debolezza o della sua povertà. Al contrario, le diversità sono ricchezze per la costruzione comune. È a Cristo che noi diamo, allorché doniamo ai poveri, perché essi "hanno assunto il volto di Nostro Signore" e "sono i preferiti di Dio" (S. Gregorio di Nissa, De Pauperibus amandis). La fede esige la condivisione con i propri simili. La solidarietà materiale è una espressione essenziale e primaria della carità fraterna: essa dà a ciascuno i mezzi per sussistere e condurre la propria vita.
La terra e le sue ricchezze appartengono a tutti, "la fecondità di tutta la terra deve essere fertilità per tutti", (S. Ambrogio, De Nabuthe VII, 33).
Nelle ore difficili che stiamo vivendo, non basta prendere dal proprio superfluo, occorre piuttosto trasformare i propri comportamenti consumistici, al fine di attingere dallo stesso necessario, conservando soltanto lessenziale, perché tutti possano vivere con dignità. Facciamo digiunare la nostra brama di possedere per offrire al nostro prossimo ciò che a lui manca in modo radicale. "Il digiuno dei ricchi deve diventare il nutrimento del poveri" (S. Leone Magno, Sermo 20 De Ieiunio).
6. Desidero di richiamare particolarmente lattenzione delle comunità diocesane e parrocchiali sulla necessità di trovare i mezzi pratici per venire in aiuto alle famiglie bisognose. So che numerosi Sinodi diocesani hanno già fatto dei progressi in tal senso. La pastorale familiare deve così avere un ruolo di primo piano; inoltre, i cristiani, negli organismi civili di cui sono partecipi, ricordino sempre questa attenzione e questo dovere imperiosi di aiutare le famiglie più deboli.
Mi rivolgo ancora ai Dirigenti delle nazioni perché trovino su scala nazionale e planetaria il modo di far cessare la spirale della povertà e dellindebitamento. La Chiesa si augura che, nelle politiche economiche, i Dirigenti e i Capi dazienda prendano coscienza dei cambiamenti da compiere e dei loro obblighi, perché le famiglie non dipendano più unicamente dagli aiuti che sono loro concessi, ma con il proprio lavoro possano guadagnarsi mezzi di sussistenza.
7. La comunità cristiana accolga con gioia liniziativa delle Nazioni Unite di dichiarare il 1994 Anno Internazionale della Famiglia; là dove può, essa porti generosamente il suo contributo.
Non chiudiamo il nostro cuore, ma ascoltiamo la voce del Signore e quella degli uomini, nostri fratelli! Possano le opere di carità compiute nel corso di questa Quaresima, mediante le famiglie per le famiglie, procurare a ciascuno gioia profonda e aprire i cuori a Cristo risorto "primogenito di una moltitudine di fratelli" (Rm 8, 29).
A tutti coloro che risponderanno a questo appello da parte del Signore, imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica.
Giovanni Paolo II
A.P. Libertà: dal sogno alla realtà
Da
alcuni anni nel nostro rione è stata fondata lAssociazione
Sportiva Minibasket Libertà, grazie alla ferrea volontà del
presidente prof. Sergio Bovio.
Il tempo ha trasformato i miniatleti in ragazzi che sono la soddisfazione dei genitori e, perché no, forse qualcuno potrà diventare il vanto della città.
Essi sono confluiti nella neo costituita consorella Associazione Pallacanestro Libertà, presentata alla comunità nella S. Messa celebrata da don Nicola nella Chiesa di San Modesto domenica 9 Gennaio 1994.
I nostri ragazzi crescono pieni di gioia di vivere e pur essendo umanamente legati al risultato dei singoli incontri, non hanno mai assunto atteggiamenti da esibizionisti autoeccitati, né tantomeno comportamenti fallosi e maliziosi nei confronti degli avversari, tali da determinare lassegnazione di falli tecnici. Possiamo dire semplicemente che sono: "Comm lha fatt a mamm", genuini, sinceri, modesti. Ed è con la stessa modestia di chi vive il quotidiano, consapevole di non poter disporre di strutture proprie e facendo affidamento sui contributi di sostenitori occasionali durante libere sottoscrizioni, che, il presidente Luigi Iovino, il Direttivo, i soci e i genitori, guardano al futuro sognando palestre, campi da gioco e tutto ciò che occorre per migliorare la vivibilità del Rione Libertà.
Carletto
Anche questanno sono iniziati i corsi di catechismo nella nostra parrocchia. Le iscrizioni sono state abbastanza numerose, specialmente per il primo anno e, grazie a Dio, anche i catechisti sono aumentati. Sono giovani ragazzi e ragazze, che insieme al catechisti, già presenti e sotto la guida del parroco, si sono impegnati ad aiutare i fanciulli in questo cammino di fede, cercando contemporaneamente di impegnarli nelle varie attività della parrocchia. Infatti in preparazione al Natale i fanciulli delle varie classi del catechismo si sono alternati nelle varie domeniche di Avvento animando la S. Messa con preghiere, canti e soprattutto pensando al fratellini più bisognosi e partecipando poi la notte di Natale, al piccolo presepe vivente vestiti da pastori, accorrendo allinvito dell'Angelo a recarsi alla rotta di Gesù.
Sono stati ancora i protagonisti delliniziativa missionaria per la Santa Infanzia, con la raccolta di fondi con loperazione "stelline" ed i salvadanai.
Il 2 Febbraio, giorno della Presentazione di Gesù al Tempio (Candelora), con una festosa funzione, durante la S. Messa, i fanciulli hanno consegnato i loro risparmi ricevendo in segno di gratitudine dal Centro Missionario Diocesano la tessera del Ragazzi Missionari e delle medaglie ricordo.
È stato un momento di festa per i bambini, ma pensiamo anche per i grandi.
Ancora altre iniziative ci saranno, ma una cosa teniamo a sottolineare, e lo faremo spesso, che abbiamo bisogno della collaborazione dei genitori, primi responsabili delleducazione religiosa del figli, della loro presenza in parrocchia accanto ai figli, perché solo così potremo creare una comunità viva e operosa.
La novità di questanno è stata lavvio del terzo anno di catechismo che ha come fine di continuare il cammino di fede, di cui la prima comunione è soltanto una tappa, per poi inserire i ragazzi nel vari gruppi.
Anche per questo chiediamo la vostra collaborazione, perché i ragazzi sono il futuro della parrocchia, e noi abbiamo il dovere di farli crescere nella fede.
lEquipe dei Catechisti
Parrocchia S. Modesto - Comune di Benevento: 4 - 4
In occasione dellinizio delle celebrazioni per la IX settimana per la vita, domenica 6 Febbraio, nella nostra parrocchia, larcivescovo mons. Sprovieri ha presieduto alla S. Messa ove era presente anche il sindaco della nostra città il dott. Pasquale Viespoli. Numerosi i giovani della Parrocchia e quelli dellA.P. Libertà. Dopo la S. Messa lArcivescovo ha benedetto licona della Sacra Famiglia sistemata sulla facciata dingresso della chiesa.
Sul sagrato ha colto loccasione per porgere la parola al sindaco che ha approfondito alcuni problemi del Rione mostrando particolare riguardo alla Celebrazione. È seguito un giro per la Piazza con visita al Circolo Culturale "N. Micco" dove abbiamo assistito ad una sfida di calciobalilla. In palio venivano posti alcuni metri quadrati di asfalto da sistemare davanti al piazzale della chiesa. Difendevano i colori della parrocchia don Nicola ed il presidente del Circolo il sig. Raffaele Ingordigia, rappresentavano il Comune il Sindaco ed il consigliere comunale dott. Scognamiglio.
L'incontro è avvenuto alla presenza di un folto numero di spettatori, nella piena legalità: senta lintervento di miracoli da una parte, né di consueti esborsi di danaro (a scopo di corruzione) dallaltra, e si è concluso col punteggio di 4 pari per la mancanza di una pallina. Domanda: si avrà lasfalto?
Carletto
Lascolto quotidiano della Parola di Dio in famiglia
Almeno in
Quaresima, le famiglie cristiane, debbono trovare un tempo per
il Signore oltre la domenica e proprio in una liturgia
familiare. Alcune famiglie sono giunte anche a celebrare la
Liturgia delle Ore, Lodi e Vespri, in coppia e con i figli.
Prepariamo qui una brevissima liturgia per un ascolto quotidiano della Parola di Dio in famiglia.
Un suggerimento
Proprio per la Quaresima è molto bello che nella sala, luogo di ritrovo della famiglia, genitori e figli scelgano un luogo per farne un punto di riferimento per la preghiera.
Ognuno lo può preparare come meglio crede, non vi mancherà certo una immagine, una Bibbia, un libro di preghiere, un cero, dei fiori... di cui i bambini stessi potranno avere cura.
Liturgia familiare
Il
papà o la mamma: quando abbiamo da decidere cose
importanti ci riuniamo, parliamo e ci ascoltiamo; in questo Tempo
di Quaresima, come sempre, è il Signore che ha da dirci cose
importanti che ci riguardano. Egli ci invita a diventare sempre
migliori, a volerci bene e ad essere attenti ai fratelli nel
bisogno e così, a Pasqua, possiamo essere pieni di gioia a causa
di Gesù Risorto ma anche perché siamo cresciuti nella sua
amicizia e nel suo amore.
Tutti insieme: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Ascolto della Parola di Dio
Suggeriamo di acquistare un messalino quotidiano e di leggere il Vangelo del giorno oppure di fare una lettura continuata del Vangelo secondo Marco.
Preghiera:
Terminata la lettura i presenti possono comunicare qualche riflessione personale o ricordare delle intenzioni di preghiera. Si può anche pregare con un Salmo o formule conosciute.
Il papà o la mamma: noi abbiamo una grande dignità che ci è stata data nel Battesimo: siamo figli di Dio in Gesù! Preghiamo dunque con la preghiera propria del figli chiedendo per noi e per tutti che venga il Regno di Dio e che non manchi il necessario ad alcun uomo sulla terra.
Tutti: Padre nostro...
Ci si può scambiare un bacio di pace e poi si invoca la benedizione del Signore sulla Famiglia.
Uno della famiglia: Dio ci benedica con ogni benedizione del cielo e ci renda puri e santi ai suoi occhi; effonda su di noi la ricchezza del suo Spirito, ci ammaestri il Vangelo di salvezza e faccia crescere tra noi lamore, ci renda disponibili e aperti verso tutti.
Tutti: Amen.
Uno della famiglia: Andiamo con gioia verso la Pasqua del Signore risorto!
Tutti: rendiamo grazie a Dio (sarebbe molto bene eseguire qui un canto, se qualcuno della famiglia sa suonare uno strumento lo usi).